Con il Gran Premio d’Australia è scattata la F1, la competizione automobilistica più seguita in assoluto dagli appassionati di motori di tutto il mondo. L’edizione 2016 potrebbe riservare le emozioni che sono mancate nel corso della stagione precedente, quando nonostante l’evidente crescita della Ferrari, la Mercedes non ha avuto grandi difficoltà a trionfare.
Proprio la casa di Maranello è attesa, non solo dai suoi tanti tifosi sparsi in ogni angolo del globo, ad un ulteriore salto di qualità in grado di colmare un gap apparso abbastanza evidente nel 2015. Ove la Ferrari ci riuscisse, anche i vertici della FIA, la federazione che sovrintende all’organizzazione dello sport motoristico, potrebbero tirare un sospiro di sollievo, considerata la netta caduta di interesse per la F1 nel corso degli ultimi anni.
Tutti a caccia di Lewis Hamilton
Naturalmente il tema conduttore dell’annata di F1 sarà la caccia a Lewis Hamilton, il pilota britannico che ha centrato gli ultimi due titoli iridati.
Il primo a volerne insidiare la leadership è il compagno di squadra Nico Rosberg, che ha già ampiamente dimostrato in Australia le sue velleità, andando a trionfare nel primo gran premio stagionale.
Il duello ormai divampato in casa Mercedes potrebbe paradossalmente avvantaggiare Sebastian Vettel, il pilota della Ferrari che non nasconde le sue ambizioni. La sua affidabilità si è fatta sentire già a partire dall’atto inaugurale e proprio la capacità di trarre il massimo dalla macchina in ogni occasione rappresenta il suo vero punto di forza. Resta però da valutare l’effettivo valore della SF16-H, che in questi primi mesi di vita ha mostrato alcuni difetti di gioventù che andranno senz’altro eliminati.
Più staccato Kimi Raikkonen, che da parte sua vuole riscattare un 2015 non proprio esaltante e dimostrare di poter competere ancora ad alti livelli.
Il resto del lotto sembra avere scarsissime possibilità di lottare per il titolo, anche se in alcune occasioni le vetture di Ricciardo, Bottas o Massa potrebbero concorrere per la vittoria parziale, in caso di imprevisti cedimenti di Mercedes e Ferrari.
La crisi McLaren desta preoccupazioni
Il mondo della F1 continua ad interrogarsi sulla ormai evidente crisi di una delle sue scuderie storiche, la McLaren. La casa di Woking, in Inghilterra, non riesce ormai da tempo a produrre vetture all’altezza della sua gloriosa tradizione e gran parte degli addetti ai lavori non esita a puntare il dito accusatore contro la Honda, incapace di fornire motori all’altezza.
Il pessimo inizio di stagione ha confermato quanto visto già nel 2015 e Yusuke Hasegawa non ha nascosto la delusione per lo scarso rendimento espresso dai propulsori nipponici.
A fare le spese della situazione è stato in particolare quel Fernando Alonso che pure era andato via dalla Ferrari in quanto non rassegnato a dover lottare soltanto per i posti alle spalle della Mercedes.
I tormentati mesi passati in McLaren hanno purtroppo dimostrato come la sua scelta sia stata tutt’altro che lungimirante. A rendere ancora più negativo il suo momento ha poi concorso il terrificante incidente in cui è incappato nel 18° giro a Melbourne, quando dopo essersi toccato con Gutierrez (Haas), ha dato vita ad una lunga serie di piroette prima di andarsi a schiantare contro le barriere di protezione. Un pessimo modo di iniziare l’annata che nelle sue intenzioni doveva essere quella del riscatto.
La fuga di sponsor e spettatori
La F1 è alle prese con un momento abbastanza complicato, per effetto della fuga di sponsor e telespettatori che hanno caratterizzato gli ultimi anni.
Proprio la mancanza di spettacolo causata dal dominio Mercedes ha infatti provocato un drastico calo della platea televisiva, particolarmente evidente in Italia, ma non solo.
Molti sponsor, non avendo più una platea adeguata per i propri investimenti pubblicitari, hanno così deciso di abbandonare il Circus, ripiegando su altre discipline sportive reputate evidentemente in grado di ripagare la spesa.
Una vera e propria fuga che potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi, ove la Ferrari non riuscisse a mantenere le promesse e a colmare il divario palesato nel 2015 in maniera significativa. Proprio per questo motivo gli appassionati di F1 sperano che almeno Maranello riesca a offrire quella resistenza che sarebbe una garanzia di spettacolo, senza il quale il circuito potrebbe ben presto trovarsi di fronte alla necessità di cambiare praticamente tutto.